La Sagra delle autoproduzioni è stata bellissima e ringraziamo tutt* quell* che hanno partecipato!
Ecco un articolo di Professional Dreamers che racconta la festa e qualche foto dell’evento.
Sabato pomeriggio abbiamo partecipato all’incontro di presentazione
del corso di autoproduzione editoriale organizzato da laCorte del
deposito95 che è stato l’occasione per mettere assieme un po’ di
esperienze che autoproducono “saperi”, ovvero si preoccupano di
produrre, promuover e far circolare riflessioni ed informazioni,
“impacchettandole” nelle forme varie che dal video, al libro, alla
webzine ne permettono la diffusione.
Innanzitutto proprio un bel pomeriggio, nei locali di quest* vicentin*
che ha offerto – tra l’altro – le pareti ad una mostra de “La voce del
ribelle” storica fanzine di Vicenza, che si è rivelato un’occasione di
dibattito e di incontro di varie forme di autoproduzione ripescate qui
e li’ per lo Stivale.
I contenuti sono stati molto vari.
Dai racconti di Collane di Ruggine, alle multiproduzioni di elemento di disturbo, alle ricerche e le riflessioni de lo Squaderno, fino alle inchieste di Indymedia Nordest, Napoli Monitor e Insutv.
Ciascuno ha illustrato le proprie modalità di lavoro, soffermandosi in
particolare sulle modalità con cui si aggregano le persone al progetto
e quindi lo stesso progetto cresce.
Particolarmente interessante è per esempio in tal senso l’esperienza di
Napoli Monitor che, aggregando spesso “aspiranti giovani giornalisti”,
prova a formarne – nella pratica della messa in opera del giornale –
una coscienza più consapevole della costruzione delle inchieste e della
scrittura degli articoli.
Tutte esperienze con alcuni temi trasversali in comune, come la
circolazione del sapere anche fuori dai circuiti produttivi e
distributivi istituzionalmente preposti a farlo, per moltiplicarne la
voce e incoraggiarne la diffusione, all’interno di quei percorsi spesso
incerti ma dai bordi infiniti e porosi che l’autoproduzione genera.
Tutte esperienze con una serie di sfide in comune, dunque!
Per certi versi penso che questi stessi temi sono stati
probabilmente una delle ragioni che sono riuscite a tenere assieme le
fila dei discorsi, come se appartenessero in un certo senso al dna di
quegli stessi progetti…
Mi vengono in mente le parole con cui apriamo la presentazione de lo
Squaderno “Research is a movement of thought which does not depend on
codes or specialized savoirs. It is neither disciplinary nor bound to
produce certified, true knowledge. In other words, research is open and
endless”… per esempio…