Domenica 9 maggio alle 20.00 la Corte ospiterà la presentazione del libro LA CONTRORIVOLUZIONE PREVENTIVA di Luigi Fabbri, a cura del Nodo sociale antifascista di Bologna.
A seguire cena vegetariana!
Nel 1922 Luigi Fabbri compiva quarantacinque anni, era maestro elementare a Corticella in provincia di Bologna e militante anarchico da oltre vent’anni e, per questo, aveva subìto intimidazioni e bastonature da parte dei fascisti. La sua riflessione sul fascismo è anzitutto quella di un testimone che ha visto una città "rossa" come Bologna diventare, nel volgere di pochi mesi, una roccaforte e anzi la "culla" del fascismo e della reazione antiproletaria.
Dinanzi a un fenomeno nuovo e difficile da interpretare, la Controrivoluzione preventiva delineava il formarsi di una cultura reazionaria di massa promossa dallo Stato e dalla borghesia "con la triplice azione combinata della violenza illegale fascista, della repressione legale governativa e della pressione economica derivante dalla disoccupazione". Per Fabbri si trattava di mostrare i "coefficienti" e i "fattori" che collegavano lo squadrismo ai nuovi assetti repressivi del potere statale, politico, culturale ed economico: le violenze fasciste non erano un fenomeno isolato o episodico, ma una funzione fondamentale di quella "controrivoluzione preventiva" attraverso cui la borghesia aggrediva le conquiste operaie e disciplinava la società.
Nonostante alla fine del 1922 i fascisti distruggessero le copie ancora invendute del libro, la tesi di quel saggio, riproposto ora a cura dell’Assemblea Antifascista Permanente di Bologna, ebbe fin da subito larghissima risonanza e contribuì al formarsi in Europa di una coscienza antifascista rivoluzionaria: il concetto di "controrivoluzione preventiva" attraversa infatti per intero la storia intellettuale del Novecento fino a Marcuse e Debord e può fornirci ancora oggi una chiave di lettura degli avvenimenti attuali.
Nato a Fabriano il 22 dicembre 1877, Luigi Fabbri è stato uno dei più attivi militanti anarchici del primo Novecento, in stretto collegamento con Errico Malatesta e i principali esponenti dell’anarchismo internazionale. Redattore con Pietro Gori dell’importante rivista Il Pensiero, fu autore di numerose pubblicazioni di analisi e di propaganda oltre che di significativi contributi alla vita organizzativa dell’Unione Anarchica Italiana. Nel 1925 egli sarà uno dei tre maestri elementari a rifiutare il giuramento di fedeltà al regime di Mussolini e, in seguito a ciò, prenderà la via dell’esilio, prima a Parigi e poi a Montevideo, ove darà vita alla rivista Studi sociali. Morirà nel 1935.
Leggi la recensione su Carmilla. Per chi non può esserci, il libro sarà presentato anche sabato 8 maggio alle 20:45 presso la Casa dei Malfattori (Sant’Eulalia di Borso del Grappa).
Ricordiamo inoltre l’appuntamento con il Corso di autoproduzione editoriale, giovedì 6 maggio alle 20.30. Durante l’incontro di questa settimana parleremo di grafica per la stampa a colori e Photoshop.