La Corte, tout court

Era un freddo inverno nebbioso e, come spesso accade, per far nascere la Corte più che il caso o l’intenzione c’è voluto il contatto giusto, che ci ha permesso con riserva di sistemarci in un deposito freddo e umido, un luogo poco accogliente che però in men che non si dica, grazie al contributo di un nutrito gruppo di persone, si è trasformato in un focolaio di cultura e idee, riflessioni profonde e nuove amicizie.
Il posto, che grazie all’affitto contenuto poteva essere gestito senza un impegno eccessivo e con la gioia che va a braccetto con la libera scelta di partecipare, ha ospitato fin da subito un piccolo info-shop ed è stato messo a disposizione di chiunque volesse usarlo. Unica condizione: condividere i princìpi fondamentali di antifascismo, antisessismo, antirazzismo e non commercialità.
Dal 1° gennaio al 19 giugno 2010 la Corte del Deposito95 ha ospitato concerti, spettacoli teatrali, cene, reading, presentazioni di libri, mostre, dj-set e vj-set, proiezioni, performance sperimentali e corsi gratuiti, oltre a momenti d’incontro regolari che hanno offerto uno spazio di confronto e sviluppo a band emergenti e a nuovi progetti artistici, sociali e politici. In questo modo la Corte ha contribuito a intessere reti nel ricco mondo delle sperimentazioni e dell’underground vicentino: un mondo sommerso e quasi impercettibile a causa della mancanza di spazi disponibili per gruppi che non si lasciano inquadrare facilmente nelle priorità imprenditoriali e politiche delle autorità e delle organizzazioni già affermate e/o inquadrate in maniera istituzionale.
Nonostante la ricchezza della sua programmazione, o forse proprio a causa di questa ricchezza, eterogenea e dunque difficilmente classificabile in un mondo di bianchi e neri, già ad aprile, scemato l’interesse dei contatti iniziali, la Corte è stata informata che l’accordo informale preso con la proprietà, già limitato a un periodo di sei mesi, non sarebbe stato rinnovato, e se si fosse abbreviato sarebbe stato invece un sollievo.
I motivi non ci sono chiari: qualcuno ci ha chiamati “promiscui”, c’è chi non ha digerito il seitan delle cene vegan e chi ancora non chiude occhio dopo aver guardato il Babau dritto negli occhi. Fatto sta che su una cosa eravamo tutti d’accordo: il gioco è bello quando dura poco. Così siamo andati felici incontro alla fine e, dopo un’ultima festa per celebrare l’apocalisse, il 20 giugno, a 10 giorni dal termine del contratto, abbiamo tolto le nostre belle tende luccicanti dal deposito che ci aveva visti nascere ma che non è mai stato indispensabile per la nostra esistenza.
Sempre a proposito di teorie dei giochi, sappiamo bene anche che Quando il duro si fa gioco i giochi iniziano a durare.
La Corte del Deposito95 cambia così nome ed essenza e, trasformatasi in Corte pura e semplice, va incontro a questa torrida estate. Lungo il cammino, che speriamo ci condurrà infine a un nuovo riparo in cui alloggiare, non vediamo l’ora di scovare tutti i giochi che potremo imparare. Continuate a seguirci, perché l’importante è partecipare!